Carissimi studenti, docenti e famiglie,
in questo giorno di riflessione e celebrazione, riviviamo l’Anniversario della Liberazione d’Italia, uniti come parte di una comunità educante, fondata sui valori della libertà, della pace e della democrazia. Guardando alla nostra storia, non possiamo mai dimenticare le tenebre del fascismo e della guerra. È grazie al coraggio e al sacrificio di coloro che si sono opposti a queste ingiustizie che oggi possiamo godere di una nuova libertà conquistata.
La pace che oggi ci circonda è il frutto di generazioni che hanno lottato per porre fine alla violenza e costruire un mondo migliore. La democrazia è un bene irrinunciabile che dobbiamo difendere con fermezza attraverso la nostra partecipazione attiva, il nostro rispetto reciproco e la nostra volontà di dialogo e comprensione. È il fondamento su cui si basa la nostra società, garantendo a ciascun individuo la possibilità di esprimere sé stesso, di essere ascoltato e di partecipare alle decisioni che ci riguardano tutti.
Come ormai consolidato e come descritto nel libro presentato presso la nostra biblioteca da Katia Massara, anche i licei classici, in quell’epoca hanno contribuito alla resistenza, attraverso l’impegno di molti studenti e docenti di allora, che con le loro idee, il loro impegno e, talvolta, anche con il loro sacrificio hanno fatto la loro parte attivamente per affermare con determinazione le proprie idee. Così come avvenuto in molte altre Istituzioni culturali, come le università, dove, ad esempio, molti docenti si opposero alla dittatura, rifiutando il giuramento fascista e pagandone un caro prezzo personale e professionale.
Il 25 Aprile rappresenta molte cose: un momento di riscatto contro i tedeschi invasori, la resa dei conti nei confronti dei fascisti e dei nazisti, il simbolo della lotta condotta dai partigiani. Una ricorrenza che dal 1946 rappresenta una delle giornate più simboliche della nostra storia e della nostra identità.
La poesia “A chi esita” di Bertolt Brecht è un invito a scegliere, a trovare le risposte dentro noi stessi, senza aspettare che siano gli altri a farlo per noi, e ben si adatta, nell’ambito delle attività di Educazione Civica ad esplicitare i sentimenti che coinvolgono l’animo umano nella ricorrenza del 25 Aprile.
A chi esita
Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.
E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d’ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua.
Poesie (Einaudi, 2014), a cura di G. D. Bonino
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