Carolina Berardelli e Giulia Muoio della 2° A Cambridge del Liceo Classico Telesio sul podio del prestigioso concorso nazionale “Ve lo racconto io il mito”. Nel corso della “Giornata mondiale della lingua e della cultura ellenica”, si è svolta l’attesa e inaspettata premiazione. Carolina, dopo la vittoria dello scorso anno, ha ottenuto il terzo posto ex aequo con il suo racconto “Fragile Eco di tristezza”, mentre Giulia il secondo posto ex aequo con il suo racconto “Il filo rosso”. Due testi originali con i quali le vincitrici hanno affrontato temi profondi e di attualità. “Ho cominciato a scrivere questo racconto lo scorso anno -ha spiegato Giulia, che prosegue- raccoglievo i miei pensieri più vari, dalle riflessioni che mi venivano in mente di notte fino a frasi che semplicemente suonavano bene quando le pronunciavo, e piano piano vedevo che il racconto prendeva forma. La storia che ho scritto -precisa- ha come protagonista il minotauro di Creta, un mostro nato per errore e costretto a vagare senza sosta in un labirinto privo di uscita. Poi un giorno, non si sa come, mi sono ritrovata a pensare “ma se invece il minotauro non fosse stato il mostro che tutti credevano?” Ad ispirare la promettente penna telesiana due importanti autori: Madeline Miller e franz Kafka, i quali con i loro romanzi l’hanno aiutata a trasferire su carta un messaggio importante: “non abbiate paura di voi stessi, non fatevi paranoie su ciò che siete. Siate fieri dei traguardi che raggiungete ogni giorno e ricordate che anche nel labirinto più intricato si può sempre trovare l’uscita. Chi lo leggerà – auspica Giulia- spero saprà trovare in sé il coraggio di superare tutti i problemi che gli si porranno di fronte!”
L’anoressia di Eco è invece lo spinoso argomento affrontato da Carolina Berardelli. “Ho voluto dare -spiega- un’altra voce alla sua tristezza e alle sue paure, raccontando delle sue fragilità come se fossero le mie, le nostre. Il mito dell’Ellade antica non è poi tanto lontano. Eco che soffre, che non si accetta, che si innamora, che si arrende. È Eco, ma potrebbe, oggi, essere chiunque”. Si parla tanto oggi di ogni genere di disturbo alimentare e violenza, l’invito che Carolina vuol fare col suo racconto è di imparare a parlare meno e a guardare di più i segni visibili del disagio, del bisogno di aiuto non espresso, non urlato, non “postato” che arriva da una “profonda Eco di tristezza”. “La mia Eco -racconta la studentessa- non ha subito un castigo divino, bensì soffre della sindrome di Tourette. Non so se sia banale o inconsueta, come idea, ma ho voluto dare un nome anche a questo limite. Perché credo che nella conoscenza e nella comprensione ci sia la vera presa di coscienza da cui partire per rapportarsi correttamente a queste realtà”. Soddisfazione enorme per la loro Docente di italiano, Alessia Travo.
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